(Stratford-upon-Avon, Warwickshire, aprile 1564 – ivi, 23 aprile 1616) La prima opera composta da Verdi su soggetto shakesperiano fu Macbeth (14 marzo 1847), il cui libretto venne verseggiato da Piave, con interventi di Andrea Maffei, a partire dalla traduzione italiana del dramma ad opera di Carlo Rusconi. Il 5 febbraio 1887 andò in scena l’Otello verdiano, del cui libretto – oltre che della struttura drammaturgica – si occupò Arrigo Boito, il quale prese spunto non solo dall’originale di Shakespeare, ma si servì ampiamente della traduzione francese di Victor Hugo e anche di quella italiana, ancora una volta opera di Carlo Rusconi. Lo stesso Boito, infine, avvalendosi della traduzione francese di Hugo, scrisse il libretto di Falstaff (9 febbraio 1893), la cui complessa struttura drammaturgica – sempre a firma dello scapigliato milanese – prevedeva un protagonista modellato soprattutto sui due drammi storici King Henry IV, parte prima e parte seconda, mentre l’articolarsi delle vicende veniva desunto dalla commedia The Merry Wives of Windsor. Per alcuni anni Verdi coltivò il progetto per la messa in scena di un quinto titolo shakespeariano, Re Lear, per il quale prese contatti con i librettisti Piave, Cammarano e Somma. A causa di una lunga sequela di incomprensioni e veti, di Re Lear non restano a tutt’oggi che la testimonianza di tre libretti manoscritti e dei versi – e forse anche della musica – della prima aria di Cordelia, che il Maestro adattò nella romanza di Leonora, «Me pellegrina ed orfana», nel I atto della Forza del destino.