Un viaggio attraverso le città a cui il maestro è stato maggiormente legato dal punto di vista affettivo, i teatri dove sono state allestite le prime rappresentazioni delle sue opere, le istituzioni (musei, biblioteche, archivi, conservatori) dove è conservata documentazione inerente alla figura e all’opera di Giuseppe Verdi.
La fortuna della musica di Verdi risiede in primis nel legame indissolubile che il Maestro riuscì sempre a mantenere – senza alcun complesso d’inferiorità, bensì con consapevole orgoglio – con la propria terra d’origine, con quella solida e antica radice emiliana che nell’incontro con ambienti culturali di respiro internazionale permise la nascita di uno stile compositivo caratterizzato da una mirabile osmosi fra ispirazione autoctona e richiami d’Oltralpe.
Le partite a bocce e le chiacchierate in dialetto con i contadini della tenuta di Sant’Agata, così come i cenacoli a casa Maffei o l’odiosa-amata grandeur parigina sono tessere di un unico mosaico, nel quale la geografia sentimentale è parte essenziale per la comprensione del percorso artistico di Verdi. Allora non ci resta che percorrere le tappe di questo ideale itinerario che condusse “il paesano delle Roncole” – così Verdi amava definirsi – dalle suggestioni domestiche di «Sotto il paterno tetto» (Oberto conte di San Bonifacio) all’universale messaggio di disincantata ironia di «Tutto nel mondo è burla» (Falstaff).