La traviata (1853)

Prima rappresentazione: Venezia. Teatro La Fenice, 6 marzo 1853

Librettista: Francesco Maria Piave

Personaggi e interpreti
Violetta: (soprano) Fanny Salvini Donatelli; Flora Bervoix: (mezzosoprano) Speranza Giuseppini; Annina: (soprano) Carlotta Berini; Alfredo Germont: (tenore) Lodovico Graziani; Giorgio Germont: (baritoro) Felice Varesi; Gastone: (tenore) Angelo Zuliani; Douphol: (baritono) Francesco Dragone; Marchese d’Obigny: (basso) Arnaldo Silvestri; dottor Grenvil (basso) Andrea Bellini; Giuseppe, servo di Violetta: (tenore) Giuseppe Borsato; domestico di Flora: (basso) Giuseppe Tona; un commissario: (basso) Antonio Manzini

Direttore d’orchestra: Gaetano Maresi

Scena: Parigi e sue vicinanze, XVII secolo

Il contesto storico-politico

Introduzione all’ascolto

Introduzione all’ascolto: per saperne di più

“Follie!… follie…”, Orchestra e Coro del Teatro La Fenice. Concerto di Capodanno 2011

“Atto III, Preludio”, Orchestra e Coro del Teatro La Fenice. Concerto di Capodanno 2004

--

ATTO I
Violetta Valery, celebre cortigiana parigina, attende nel suo salotto gli invitati. Tra questi il marchese d’Obigny, Flora Bervoix e il visconte Gastone de Letorières, che le presenta Alfredo Germont, spiegandole che è un suo grande ammiratore e che durante la sua recente malattia ha chiesto spesso sue notizie. Violetta rimprovera il suo protettore, il barone Douphol, di non aver avuto la stessa sollecitudine. Poco dopo Violetta, propone un brindisi, al quale si unisce subito Alfredo, seguito dagli altri invitati, che cantano gioiosamente le lodi del vino e dell’amore. Violetta invita gli ospiti a recarsi nella sala accanto per le danze. Uscendo, è però colta da un malore; tuttavia, invita gli ospiti ad avviarsi e promette di raggiungerli subito. Guardandosi allo specchio, Violetta nota il pallore del suo viso, segno inequivocabile della tisi che l’ha colpita, e allo stesso tempo si accorge di Alfredo, che si è trattenuto ad aspettarla. Egli la rimprovera per aver trascurato la sua salute e poi confessa di amarla. Dicendosi incapace di provare vero amore, Violetta propone una semplice amicizia, ma quando Alfredo sta per allontanarsi gli porge un fiore, invitando il giovane a riportarglielo il giorno seguente. Alfredo si allontana felice. Intanto giungono dalla stanza vicina gli ospiti che prendono congedo da Violetta, ringraziandola per la bella e allegra serata. Ormai sola, la donna nota con incredibile sorpresa che le parole di Alfredo l’hanno scossa. Incerta, decide infine di continuare a vivere come ha sempre fatto.

ATTO II
Quadro I
Alfredo è felice della sua convivenza con Violetta, ritiratasi con lui in campagna. Ma la sua felicità dura poco perché viene informato da Annina, domestica di Violetta, che la sua padrona sta vendendo tutti i suoi beni per pagare le spese di mantenimento della casa di campagna. Alfredo promette di andare lui stesso a sistemare gli affari e raccomanda ad Annina di non far parola del loro dialogo. Il cameriere Giuseppe annuncia a Violetta la visita di un signore. È Giorgio Germont, padre di Alfredo, che l’accusa duramente di voler spogliare il figlio dei suoi beni. Violetta allora gli mostra i documenti che provano la vendita di ogni suo avere per mantenere l’amante presso di sé. Pur convinto dell’amore che lega Violetta al figlio, Germont le chiede un sacrificio per salvare il futuro dei suoi due figli, dato che il comportamento di Alfredo rischia di mettere in pericolo il matrimonio di sua sorella. Violetta propone di allontanarsi per un certo periodo da Alfredo; ma il vecchio Germont le chiede di abbandonarlo per sempre. Stremata, Violetta accetta di lasciare l’amato e, rimasta sola, scrive ad Alfredo per annunciargli la sua decisione; non appena terminata la lettera, Alfredo entra agitato perché ha saputo del prossimo arrivo del padre. Propone a Violetta di andare a conoscerlo ma la donna fugge, dopo essersi fatta giurare amore. Alfredo, insospettito della fuga di Violetta e vedendo una lettera di Flora che invita l’amica a una festa, decide di recarvisi, nonostante le suppliche del padre che lo scongiura di ritornare in seno alla famiglia.

Quadro II
Alla festa a casa di Flora Bervoix si vocifera della separazione di Violetta e Alfredo, sospetti confermati dall’arrivo di Alfredo da solo e di Violetta al braccio del barone Duphol. Questi sfida Alfredo a una partita di carte che frutta al giovane una grande somma di denaro. Violetta in un concitato colloquio con Alfredo chiede al giovane di andare via e, mentendogli, dice di essere innamorata del barone. Alfredo, sdegnato, chiama tutti gli invitati, e getta una borsa di denaro ai piedi di Violetta, che sviene in braccio a Flora. Tutti inveiscono contro il giovane, e ai rimproveri degli invitati si unisce Germont sopraggiunto in quel momento. Il barone decide di sfidare a duello Alfredo.


ATTO III

La scena si svolge nella camera da letto di Violetta. La tisi è ormai entrata nella fase acuta e il dottor Grenvil rivela ad Annina che nulla può più salvare la donna. Violetta, sola nella sua stanza, rilegge una lettera, nella quale Giorgio Germont la informa di aver rivelato la verità ad Alfredo e che il suo amato, in viaggio in un paese lontano, sta tornando da lei. Violetta sa che è troppo tardi ed esprime la sua amarezza, mentre per contrasto, all’esterno impazza il carevale. Annina sopraggiunge annunciando il ritorno di Alfredo che entra, abbracciando Violetta e promettendole di portarla con sé lontano da Parigi. Giunge anche Giorgio Germont, che finalmente manifesta il suo rimorso. Violetta chiama a sé Alfredo e gli lascia un medaglione con la sua immagine, chiedendogli di ricordarsi di lei. Per un momento Violetta sembra riacquistare le forze, si alza dal letto, ma subito cade morta a terra.