Prima rappresentazione: Venezia. Teatro La Fenice, 9 marzo 1844
Librettista: Francesco Maria Piave
Personaggi e interpreti
Ernani: (tenore) Carlo Guasco; don Carlo: (baritono) Antonio Superchi; don Ruy Gomez de Silva: (basso) Antonio Selva; Elvira: (soprano) Sofia Loewe; Giovanna: (soprano) Laura Saini; don Riccardo: (tenore) Giovanni Lanner; Jago: (basso) Andrea Bellini
La scena: atto I sulle montagne dell’Aragona e nel castello di don Ruy Gomez de Silva; atto II nello stesso castello; atto III in Aquisgrana; atto IV in Saragozza. Epoca: anno 1519
L’opera venne poi rappresentata a Palermo (1845) con il titolo “Eleonora d’Aragona”, a Parigi (1846) come “Il proscritto di Venezia” (per l’opposizione di Victor Hugo all’uso del titolo originale), a Napoli (1847) come “Il corsaro di Venezia”
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ATTO I - Il bandito
Ernani prepara di nascosto una rivolta per spodestare don Carlo, re di Spagna. Innamorato di Elvira, che vive in casa del conte de Silva, zio della fanciulla e suo promesso sposo, riesce sotto mentite spoglie a raggiungere l’amata. Don Carlo, anch’egli innamorato di Elvira, si trova in incognito casualmente nel castello e sorprende i due giovani innamorati.
Sopraggiunge il conte de Silva che adirato vuole punire Ernani, ma il re Carlo, riconosciuto dal conte, cavallerescamente aiuta Emani a fuggire, facendolo passare per un suo messo.
ATTO II - L’ospite
La rivolta fallisce ed Emani si rifugia nel castello del conte de Silva proprio nel giorno delle sue nozze con Elvira. Il conte accetta di proteggerlo. Sopraggiunge il re che con l’inganno riesce a portare via Elvira. Ernani quindi decide di rivelare al conte che anche Carlo è innamorato di Elvira, esortandolo a vendicare l’offesa recata al suo onore. I due stringono un patto, Ernani gli lascia in pegno un corno: se il conte lo suonerà tre volte egli dovrà togliersi la vita.
ATTO III – La clemenza
I congiurati si riuniscono con Emani nel sotterraneo della cappella di Aquisgrana, monumento sepolcrale di Carlo Magno, mentre don Carlo viene eletto imperatore. Elvira intercede presso l’imperatore chiedendo pietà per i ribelli e don Carlo concede loro magnanimamente la vita in cambio della lealtà e, resosi infine conto dell’amore dei due giovani, offre a Emani Elvira come sposa.
ATTO IV - La maschera
Durante il sontuoso pranzo di nozze, tra i convitati si aggira mascherato il conte de Silva. Proprio al culmine della gioiosa festa si ode per tre volte il corno. Emani, che mai rinnegherebbe il codice dell’onore castigliano, si avvelena ed Elvira muore di dolore sul suo corpo ormai esanime.