Prima interpretazione: Rimini. Teatro Nuovo,16 agosto 1857
Librettista: Francesco Maria Piave
Personaggi e interpreti
Aroldo: (tenore) Emilio Pancani; Mina: (soprano) Marcellina Lotti della Santa; Egberto: (baritono) Gaetano Ferri; Godvino: (tenore) Salvatore Poggiali; Briano: (basso) Giovanni Battista Cornago; Enrico: (tenore) Napoleone Senigaglia; Elena: (mezzosprano) Adelaide Panizza
Nei primi tre atti, la scena è occupata dal castello di Egberto, presso Kenth; nel quarto atto, siamo sulle sponde del lago Lomond in Scozia. Epoca: all’incirca l’anno 1200
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ATTO I
Il cavaliere sassone Aroldo torna dalla crociata dopo aver combattuto vittoriosamente. Un gran banchetto in suo onore lo attende nel suo palazzo. La sposa Mina teme però che venga alla luce il suo tradimento con Godvino. Ricorrendo l’anniversario di matrimonio, Aroldo le domanda dell’anello nuziale: Mina l’ha perduto e Aroldo le preannuncia oscure sciagure. Mina decide di confessargli tutto in una lettera, ma è sorpresa dal vecchio padre Egberto che, desideroso di chiarire un episodio che può macchiare l’onore del casato, le impone il silenzio con Aroldo. Durante la festa, Godvino è sorpreso di sfuggita dal pio eremita Briano mentre nasconde dentro un libro un biglietto per Mina. Briano cerca di ritrovare il giovane fra gli invitati e crede di riconoscerlo in Enrico, cugino di Mina, che è additato da Aroldo e dai presenti come il seduttore. Per denunciarlo pubblicamente, Aroldo intende leggere, a mo’ di esempio, una vicenda analoga, raccontata dal poeta proprio nel libro in cui è nascosto il biglietto. Aperto il libro, il biglietto cade. Egberto se ne impadronisce e impedisce a chiunque di leggerlo fra l’ira repressa di Aroldo e il turbamento degli invitati.
ATTO II
Nel camposanto, Mina implora pietà pregando sulla tomba della madre e respinge la corte di Godvino. Giunge Egberto, che lo sfida a duello mortale: quando Aroldo accorre a separare i due contendenti, Egberto gli insinua che il seduttore possa essere proprio Godvino. Crescono i sospetti quando Mina chiede la grazia per il giovane. Aroldo minaccia di ucciderlo. Si levano in quel momento le voci dei fedeli che pregano in chiesa. Briano rammenta solennemente, con severità, al cavaliere il proprio giuramento di crociato e gli impone il perdono. Aroldo, sopraffatto, sviene.
ATTO III
Egberto si sente disonorato per non essere stato capace di vendicarsi e medita di avvelenarsi; quando Briano gli annuncia che Godvino e Aroldo si incontreranno, gli balena l’idea di una facile vendetta. Aroldo intende sciogliere il matrimonio per prendere i voti al seguito di Briano: Godvino potrà così avere per sé Mina. La donna, a sorpresa, firma l’atto di divorzio, ma se ne pente subito dopo, rifiutandosi di andare a nozze riparatrici con un uomo che in realtà non ha mai amato. D’un tratto irrompe Egberto con la spada insanguinata: nel frattempo egli ha compiuto la sua personale vendetta su Godvino.
ATTO IV
In Scozia, sulle rive del lago Lomond. Aroldo è divenuto eremita e vive con Briano un’esistenza di povertà e preghiera, ma non ha pace: ha ancora nel cuore l’amore per Mina e il tradimento bruciante di Godvino. Scampati a una tempesta sul lago, approdano alla sua capanna Egberto e Mina: sono giunti fin lassù in pellegrinaggio per ottenere il suo perdono. Di fronte a tale comportamento, Aroldo, commosso dal sacrificio, in nome di Dio li assolve entrambi.