(Molina di Ledro, Trento, 19 aprile 1798 – Milano, 27 novembre 1885) Letterato e poeta, tradusse i classici della letteratura tedesca (Goethe, Schiller, Heine), inglese (Shakespeare, Milton) e francese (de Lamartine). L’amicizia con Verdi nacque nel celebre salotto milanese di Clara Maffei, moglie dell’intellettuale. Maffei fu socio d’onore dell’Accademia dei Filodrammatici negli anni ’30, in concomitanza con l’impegno di Verdi come maestro al cembalo in quel teatro. Probabilmente Verdi musicò nell’estate del 1843 una poesia di Maffei per la romanza Cupo è il sepolcro e mutolo, dedicata al conte Lodovico di Belgioioso. Alcune settimane dopo la separazione dei coniugi Maffei (uno dei testimoni, davanti al notaio fu proprio Verdi), nell’estate del 1846, un soggiorno termale a Recoaro permise al Maestro di confrontarsi con Andrea Maffei su questioni letterarie legate al Macbeth di Francesco Maria Piave, oltre al fatto che a Verdi venne proposta in quella circostanza la riduzione librettistica dei Masnadieri di Schiller, opera tradotta dallo stesso intellettuale milanese. Dopo I masnadieri, la cui prima andò in scena a Londra il 22 luglio 1847, Verdi decise di non avvalersi più della collaborazione di Maffei, provocando un inevitabile raffreddamento nel loro rapporto amicale.