(Lodi, 8 settembre 1815 – Sant’Agata, Piacenza, 14 novembre 1897) Celebre soprano, fu la seconda moglie di Verdi. La sua carriera di cantante si caratterizzò per un’attività molto frenetica per far fronte alle difficoltà economiche attraversate dalla propria famiglia d’origine. Probabilmente Giuseppina Strepponi conobbe Verdi nella primavera del 1839, in occasione del fallito tentativo di mandare in scena Oberto, conte di San Bonifacio a causa dell’indisponibilità del tenore Napoleone Moriani. Una frequentazione più assidua tra il soprano e Verdi si stabilì durante l’allestimento del Nabucco, quando la Strepponi, ormai a fine carriera, vestì i panni di Abigaille. La cantante si dimostrò estremamente solerte nel perorare la causa del Bussetano presso l’impresario del Teatro alla Scala, Bartolomeo Merelli (dal quale la Strepponi ebbe almeno uno dei suoi tre figli), convincendo quest’ultimo ad inserire l’Oberto nella stagione d’autunno del 1839, così come si adoperò – su sollecitazione dello stesso Verdi – affinché il Nabucco trovasse una collocazione nel cartellone d’opera del 1842. Il soprano si ritirò dalle scene nel 1846 e, dopo aver delegato a terzi la custodia e l’educazione dei propri figli (pratica, questa, alquanto diffusa fra le cantanti dell’epoca), si trasferì a Parigi, città nella quale aprì una prestigiosa scuola di canto. Verdi la raggiunse nella capitale transalpina nel luglio del 1847 in concomitanza con la messa in scena della Jérusalem e già a partire dall’anno successivo i due trascorsero l’estate insieme nella casa di campagna di Passy. Nell’agosto del ’49 la coppia, in scandaloso regime di convivenza more uxorio, si trasferì a Busseto, suscitando lo sdegno degli abitanti della cittadina parmense, ai quali Verdi rispose piccato in una lettera ad Antonio Barezzi del 1852: «In casa mia vive una Signora libera indipendente, amante come me della vita solitaria, con una fortuna che la mette al coperto di ogni bisogno. Né io, né Lei dobbiamo a chicchessia conto delle nostre azioni […]. Bensì io dirò che a Lei, in casa mia, si deve pari anzi maggior rispetto che non si deve a me, e che a nessuno è permesso mancarvi sotto qualsiasi titolo». Le nozze tra Verdi e la Strepponi verranno celebrate in forma strettamente privata il 29 agosto 1859 a Collonges-sous-Salève, borgo di cinquecento anime dell’Alta Savoia, allora Regno di Sardegna. La Strepponi rimase fino alla fine della sua ottuagenaria esistenza compagna e preziosa consigliera di Verdi, gestendo con diplomazia e competenza il ginepraio di rapporti che il Maestro intratteneva con le numerose personalità (impresari, editori, agenti, ecc.) dell’epoca.